Il presente documento è prodotto e condiviso dal direttivo Pd
e dal Gruppo Consiliare, unitamente.
A seguito del consiglio comunale
aperto, svoltosi il 13 novembre scorso, i consiglieri del Partito Democratico
sono stati bersaglio di critiche su alcuni blog antagonista, che furbescamente
insinua dissidi inesistenti tra gli stessi ed il Partito. La scelta dei
consiglieri nasce, invece, da una lunga riflessione sviluppata essenzialmente
su due fronti: lo studio approfondito della nuova normativa e la coerenza con il proprio partito.
Necessita chiarire, in via
definitiva, che il Consiglio e le delibere conseguenti non avevano per oggetto
la complicata questione di nuove trivellazioni in terra di Basilicata, su cui
il Partito Democratico è dalla stessa parte dei cittadini - ma che il tema
della riunione era la costituzionalità dell'Art.38 della Legge nota come
"Sblocca Italia" e la possibilità della sua impugnazione presso la Corte
Costituzionale, quindi materia esclusivamente tecnico-giuridica, pertanto il
gruppo consigliare del Pd hanno ritenuto opportuno astenersi. Anche per
coerenza con il proprio partito.
Appartenere ad un partito come il Pd
significa appartenere ad una comunità di donne e uomini. Una comunità di idee costruite insieme
attraverso il confronto democratico, idee che vanno difese con convinzione e
forza. Appartenere ad un partito come il Pd significa anche agire come parte di
un tutto più ampio e complesso abdicando a individualismi sterili e alla
tentazione di accodarsi a qualunque demagogia.
I consiglieri policoresi non hanno ignorato - come altri
hanno fatto - chi ha fatto la legge, i pareri positivi del Presidente della
Regione e il lavoro di squadra di Speranza e Antezza che hanno conquistato
grandi benefici per questa terra, come non hanno ignorato i molti sindaci e
membri Pd a favore dell'impugnazione e, infine, non hanno ignorato l'assemblea
regionale convocata per esprimersi sull'argomento.
A molti "bastian
contrari" questa sembrerà piaggeria o viltà. Non lo è.
Soprattutto se si rientra nel
confine del tema del Consiglio, ovvero la possibilità di impugnare l'Art.38,
che è tema squisitamente tecnico. L'Art.38 infatti solleva la Regione di alcune
prerogative, ma ne preserva il diritto di veto, e riguarda unicamente le
autorizzazioni V.I.A. non le estrazioni vere e proprie: il controllo in fase
estrattiva rimane dunque in mano alla Regione, anche dal punto di vista del
numero di barili, che rimane quello stabilito nel 2011. È doveroso domandarsi
quale politica ambientale e quale strategia energetica facciano da base alla
richiesta di impugnazione, che altrimenti rischia di diventare un inutile
esercizio di pedanteria legale.
Il Partito Democratico ritiene che il vero
nocciolo della questione sia la natura e la qualità dei controlli posti in
essere che, evidentemente, risultano insufficienti e, soprattutto, non
compiutamente efficaci per garantire la sicurezza ambientale e la tutela della
salute dei cittadini. Sindaci, amministratori, politici e cittadini, dovrebbero
confrontarsi e mobilitarsi per ottenere soggetti di controllo scientificamente
adeguati in materia, con tecnici meglio attrezzati e preparati, perché il
petrolio in Basilicata c'è già, e da tempo, perciò serve innanzitutto pensare a
farlo diventare un'autentica opportunità
di sviluppo e non una condanna.
Partito
DEMOCRATICO di Policoro
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